La città di Como, e più in generale il territorio lariano e lombardo, offrono molti spunti per chi volesse fare una passeggiata sui luoghi di Alessandro Volta. Tra i compiti del Comitato Nazionale per le Celebrazioni Voltiane ci sarà proprio quello di valorizzare i posti legati all’inventore della pila.

Nel capoluogo uno dei riferimenti è il Tempio Voltiano che fu anche raffigurato sulla moneta da 10mila lire. Inaugurato il 16 luglio 1928 – con finanziamento dell’imprenditore Francesco Somaini, che poi lo donò alla città – fu concepito come sede per ospitare gli originali e le ricostruzioni degli strumenti scientifici dello scienziato. Fu progettato dall’architetto Federico Frigerio, in stile neoclassico con un richiamo al Pantheon.

Il giro può proseguire, sempre in città, nella zona del centro storico, con una tappa alla Torre Gattoni. All’interno viveva la famiglia Gattoni, appunto, e lì era stato ricavato un laboratorio dove un giovane Alessandro Volta trovò terreno fertile per fare esperimenti. Proprio questo laboratorio è stato ricostruito al Liceo Giovio.

A pochi passi, in via Alessandro Volta, si trova la casa natale dello scienziato, al numero 62. Il tutto viene ricordato da una lapide. Lì vicino c’è anche la chiesa di san Donnino, dove Alessandro Giuseppe Anastasio Volta venne battezzato il giorno dopo la nascita (il 18 febbraio del 1745). Volta frequentava molto spesso questa chiesa, dove insegnò catechismo ai bambini.

Nel percorso non può mancare l’attuale Liceo Alessandro Volta, scuola che all’epoca ebbe l’inventore della pila come reggente e professore. All’ interno si trova un Museo di Scienze e di Fisica. La sezione di strumenti di laboratorio trae origine dal Gabinetto di Fisica promosso e fortemente voluto da Alessandro Volta, con un centinaio di strumenti, da quelli più antichi, che risalgono all’ultimo quarto del XVIII secolo, al gruppo più numeroso, datato alla prima metà dell’Ottocento. La seconda sezione riguarda le collezioni naturalistiche, tra cui ricordiamo un ricchissimo erbario ottocentesco.

Altri luoghi che ricordano l’illustre comasco il Duomo, con un lapide posta nel punto in cui lo scienziato seguiva messe e momenti di preghiera e piazza Volta, in cui si trova la statua marmorea inaugurata nel 1838, opera di Pompeo Marchesi, uno tra gli scultori più famosi di quel periodo.

Sempre in Comune di Como c’è la frazione Camnago Volta, dove all’uomo di scienza è stata dedicata la passeggiata sui percorsi da lui amati, soprattutto quando era giovane. Al cimitero c’è la tomba di Volta, eretta per volontà dei familiari su progetto di Melchiorre Nosetti, inaugurata il 5 marzo del 1831. Ai lati del cancelletto d’ingresso vi sono due statue di Luigi Argenti: quella a sinistra raffigura la Religione, mentre l’altra rappresenta la Scienza. All’interno, sulla parete di fondo, si intravede il sarcofago, sovrastato da un busto scolpito da Giovan Battista Comolli.

A Brunate Alessandro Volta passò l’infanzia. Qui, a 100 anni dalla sua scomparsa è stato costruito il faro, che gli è stato dedicato. Una costruzione a pianta ottagonale, una torre di 29 metri di altezza che domina tutta la vallata sottostante e la città di Como. In contemporanea, visto che a Como mancava uno stadio, si decise di costruire proprio in occasione delle Celebrazioni Voltiane il “Giuseppe Sinigaglia”, che ancora oggi ospita le sfide casalinghe della squadra lariana.

Fuori da Como due località sono legate a Volta. Una è il borgo di Lazzate, con la casa dove fu inventata la pila. Si trova in centro storico, con una lapide che ricorda l’evento. La pila, peraltro, è nello stemma comunale e in piazza Cesarino Monti si trova un busto realizzato nel 1999, in occasione del centesimo anniversario dell’invenzione della pila.

Non può, infine, essere dimenticata Pavia. Nel 1778 nella città lombarda a Volta fu offerta la cattedra di Fisica Sperimentale all’Universi; lì operò per circa quarant’anni e fu eletto Rettore nel 1785. Le sue lezioni aperte al pubblico erano molto seguite, al punto che dovette essere costruita una ampia aula, che poi gli è stata dedicata. Nel cortile chiamato Portico Legale – attorno ad esso erano situate le aule della Facoltà di Legge – è stata posta una statua che ricorda lo scienziato e il suo periodo pavese.

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