Inventore della pila e scopritore del gas metano, ma non soltanto. Alessandro Volta è stato un precursore, uno scienziato che amava confrontarsi con i colleghi altri Paesi, quando invece gli italiano non si muovevano dai loro confini. Il chimico e fisico nacque a Como il 18 febbraio del 1745 e passò l’infanzia a Brunate. Iniziò tardi a parlare, all’età di 7 anni; i suoi cari pensavano che sarebbe rimasto muto. Fin da giovane apprezzava i fenomeni naturali: a 7 anni a Camnago rischiò di annegare per cercare alcune “pagliuzze lucenti” di cui gli avevano parlato gli abitanti del luogo.

La sua formazione scolastica fu tra famiglia e scuole di Gesuiti e Seminario. Ma parallelamente Alessandro Volta era un lettore dei libri di tutti gli scienziati dell’epoca ai quali a 18 anni iniziò a scrivere.

I suoi primi esperimenti di elettrostatica, con oggetti a basso costo, tra il 1762 e il 1765 in un laboratorio casalingo. Poi lo spostamento alla Torre Gattoni a Como, messa a disposizione dal suo amico d’infanzia Giulio Cesare Gattoni e da qui un’opera andata avanti per anni, con la continua ricerca di un confronto con altri scienziati europei.

Nel 1774 Alessandro Volta fu nominato sopraintendente delle pubbliche scuole di Como; l’anno dopo è professore stabile di Fisica Sperimentale nel Ginnasio di Como.

Risale al 1776 la scoperta del gas metano. Sul Lago Maggiore, ad Angera, muovendo con un bastone il fondo limaccioso dell’acqua, Volta vide salire a galla per poi svanire nell’aria bollicine gassose. Lo scienziato raccolse questo gas, che chiamò aria infiammabile nativa delle paludi. Di fatto quello ora denominato metano.

Due anni dopo l’Università di Pavia gli affida la cattedra di fisica sperimentale. E’ in questa fase che Volta inizia a viaggiare e a confrontarsi con altri colleghi di tutta Europa tra Francia, Olanda, Inghilterra, Belgio, Svizzera, Germania e Austria.

Al rientro in Italia la prestigiosa nomina di rettore dell’Università di Pavia.

Il 20 marzo del 1800 l’annuncio della scoperta più famosa, la pila. Alessandro Volta scrive alla “Royal Society” e spiega di aver inventato un “organo elettrico artificiale”, la pila appunto. Nel 1801 la presentazione ufficiale a Parigi all’Institut de France di Parigi alla presenza di Napoleone.

L’invenzione risaliva al 1799: Volta ci aveva lavorato nella sua casa di Lazzate. L’originale è andata perduta a Como nell’incendio che si è sviluppato in occasione dell’evento organizzato a 100 anni della scoperta.

In Italia e in Francia Volta ha ricevuto le onorificenze più importanti: Cavaliere della Legione d’Onore (1805), Cavaliere dell’Ordine Reale Italiano della Corona Ferrea (1806), Senatore del Regno d’Italia (1809) e Conte del Regno d’Italia (1810).

Dopo la caduta di Napoleone, suo grande estimatore, Alessandro Volta non ebbe problemi con la Restaurazione Austriaca, visto che con fu chiamato di nuovo all’Università di Pavia quale direttore degli studi filosofici dell’Università.

Nel 1819 decise di ritirarsi definitivamente dalla vita pubblica. La sua morte, dopo una breve malattia, il 5 marzo del 1827, all’età di 82 anni. La sua tomba si trova al cimitero di Camnago Volta. Una denominazione, quella della frazione, con l’aggiunta del nome dello scienziato, che risale al 1863.

Di particolare rilievo le statue di Luigi Argenti ai lati del cancelletto d’ingresso del mausoleo, che rappresentano la scienza e la religione. Volta, infatti, era credente – all’epoca cosa non scontata per gli uomini di scienza – e tra l’altro in Duomo a Como c’è una lapide che ricorda il punto in cui era solito seguire la messa.

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